ELLA credo

Credo nel lavorare bene e con passione
Credo che se i prodotti sono validi e il servizio e' valido, sia giusto ricavare profitto
credo nel metterci la faccia, nel fare errori e ripartire da zero


martedì 25 aprile 2017

Elogio ragionato della diversificazione alimentare colui che mangia di questo croccantino avra’ vita migliore

E’ arrivato, a dicembre, puntuale come un pranzo di Natale, implacabile come le previsioni del meteo scozzese: il croccantino per gatti sterilizzati. La denominazione legale è chiara: mangime specifico per una categoria vulnerabile di consumatori: “i gatti sterilizzati” appunto. Il claim lapalissianamente salutistico merita una riflessione. Diversamente dal caso degli yogurt arricchiti con lattobacilli o dai biscottini fortificati, con questo petfood, l’effetto positivo è riflesso a due soggetti: il felino domestico, reso cappone per ragioni di salute e di quieto vivere e l’acquirente. Il parametro che fa “design al prodotto” è la specificità della formulazione nutrizionale, validata per garantire statisticamente una miglior qualità di vita dell’animale che ne fa uso, secondo dieta appropriata. Nella presentazione del prodotto, è stata priorizzata l’aspettativa di benessere, rispetto all’appealing organolettico della leccornia, aderendo al frame stigmatizzato di “functional foods”. Infine la conservabilita’ (lunga) del pellets che con il classico suono fa da richiamo all’animale e il servizio offerto dalla confezione, rigida, pratica, risultano scontati, per una matrice alimentare ad elevato contenuto secco. La presentazione del prodotto e’ sobria e molto diversa dalla proposta gastronomica di altri competitor, che scelgono il target della eccellenza gustativa (una sorta di nuovelle cousine per i felini domestici).   E’ certo che la ventilata miglior vita del gatto, che consuma Petis’Maus (qui cosi’ nominato), corrisponde ad un miglioramento del confort del suo padrone (verosimilmente l’acquirente), disposto a sacrificare qualche centesimo in piu’, per arricchirsi di una convivenza mite, esente da spruzzi ormonali mefitici. Scacco matto!. Con un sublime lezione di marketing emozionale, la disponibilita’ a scaffale di una tabella nutrizionale ad hoc, sublima ogni eventuale dubbio, circa la capacita’ di gestire l’animaletto da compagnia: il padrone del pet, al supermercato e’ appagato: “afferra la scatola e pensa che ogni problema e’ risolto”; il cliente diventa fidelizzato. Il ciclone normativo sui claim, che suggerisce le regole della “sana“ alimentazione, ha investito anche il petfood, facendo restyling di una standardizzata commodity dal cartiglio pallido ed essenziale. Il nutrimento per animali, realizzato con derivati anche “non carnei” o frattaglie e testurizzanti, che vent’anni or sono risparmiava tempo e migliorava l’igiene domestica del padrone abbiente, si eleva a alimento coadiuvante di benessere del gatto. La ricetta e’ bilanciata, tra un fattore “minus” di cio’ che non risulta propriamente salutare (sostanze minerali o il grasso), e un fattore plus di cio’ che invece aiuta (la taurina per il cuore, la vitamina per la vista - il gatto ne ha bisogno (!)-e cosi’ via). 
L’innovazione dell’insalatina mélange’ nel pacchetto con atmosfera protettiva, confronto a questo nuovo concept salutistico,  e’ memoria vintage. Vi e’ da domandarsi se, questo gatto moderno, privato della sua natura primordiale, ma nutrito con porzioni arricchite di PUFA, MUFA e altre sostanze fortificanti, e perche’ no, magari eco-friendly o biologiche, andra’ verso l’Elisir di lunga giovinezza.  Nel fremito delle ruote del carrello del supermercato c’e’ la solerte cura della conservazione dell’amico a quattro zampe e la speranza, calda, nascosta, di allungare il tempo delle coccole e dei sorrisi che la compagnia con l’animale produce. Pero’ se il felino devirilizzato, e’ recluso in un appartamento moderno di un manager che lo nutre sei volte al giorno, per sedare le proprie frustrazioni e passa a miglior vita, (quella eterna), allora occorrera’ inventare una tabella nutrizionale associata a un collare contenitivo, come nei film di fantascienza, ovviamente brevettato per l’amorevole padrone. 

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