I run to the magic. I took a ticket to the Artic Circle, a voyage to the edge of my map and expectation
nel piattino per raffreddarlo velocemente. Sorbisce rumorosamente, e quando la guardo aumenta il rumore: vuole compiacermi? Ci riesce. Valentina striglia la pentola per la cena con ciuffi profumati di muschio bianco. E’ raccolto in primavera ed estate. Serve anche come pannolino per i neonati, per lenire i dolori per fare cuscini e molto altro. Ne hanno sporte intere. Percepisco il mio odore bestiale, per la convivenza con le renne, ma e’ tutto sommato piacevole perche’ sa anche di muschio bagnato, ha un che di ligneo e di esotico; forse i formulatori del mio profumo preferito (unico)-Oppium sono venuti qui a catturare le molecole di selvatico, di cedro (ve ne sono!) e di betulla. Le sensazioni sono due: il piacere del suo sguardo fisso su di me e il calore del the’ amaro. Per prolungare l’intesa tra coetanee diverse, spalmo il burro su un umida fetta di pan carre’. Inarrestabile la schedatura sensoriale:-pane prodotto da surgelato- lievitazione chimica istantanea- crudo- additivato di sorbico- nota del cartone e della farina debole. Burro salato, manca totalmente la nota butirrica e lattica, tipica del burro italico. E’ troppo lucido, deve avere un alto punto di fusione. Forse c’e’ della curcuma per colorare. Assenza di sapore, modesta l’avvolgenza palatale, malgrado sia 100% fat! Mi piace sognare che condivido la crapula di carboidrati e grasso con qualche lemming nascosto tra le pelli, fara’ pulizia delle bricioline cadute. Del resto questa e’ la terra del comunismo. Let’s share. La comunicazione e’ affidata al linguaggio del corpo, laddove l’esigenza di esprimersi impone di coglierne ogni cenno impercettibile; cio’ consente scambi profondi, tra, se’ e se’ e tra se’ e l’altro. A un solo fremito delle mie ciglia, Valentina soddisfa la mia dipendenza cronica da te’ nero: versa the’ a volonta’, bruciante, denso, che ti allappa la bocca perche’ ha la nota dominante metallica e retrogusto tannico. Ho tutto quello che mi serve, lontano dagli italiani tronfi di una superiorita’ da tempo disintegrata, dagli Europei corrotti inquinatori; qui mentire non serve. Compare una scatoletta di plastica: zucchero mescolato a mirtilli e lamponi selvatici: sono quelli che si raccolgono mentre si va a legna al mattino. Profumo candido, nota asprigna, ma il palato mi dice che il Brix e’ almeno 14. Bizzarramente sanno di sole, di calore. Questi frutti rossi sono la fonte di vitamina C per i Nenets, in molti mesi dell’anno, compensata dal sangue di renna, bevuto crudo prima della coagulazione, con una spruzzatina di sale. Lascio il posto alla famiglia, che per rispetto dell’ospite ha atteso la fine del mio pasto dall’altro lato del chum, in totale silenzio. Useranno la mia posateria, come io ho usato la loro. Il vento solare disegna una danza barocca con il verde scintillante dell’aurora boreale. Ipnosi catatonica: questa e’ la magia della Siberia che obbliga alla riappacificazione, che “purifica ogni cosa, anche il diavolo” come scrive Colin Thubron.
Il vuoto infinito e’ la tua galera fisica ed interiore, o concili con te stesso o muori. Sicuramente anche Fedor Dovstoeskiij, in esilio ai lavori forzati non molto lontano da qui, verso Omsk, ha provato la stessa cosa. Malgrado il sacco a pelo sono gelata, ma e’ un dettaglio.
Per arrivare qui: In viaggio con Kirill nel retro di un cingolato….. e non solo
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