save the certificate and don't persecute me applying for certificate. !
PS. we should stop to feed the tipped lobby of certification system: this is NOT guaranty of food quality and food service. this is just paper work!
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below reported basic elements to be checked at time of goods downloading.
1) container seal;
2) container appearance- crt. status; temperature control and records.
3) check on labels;
4) check on product integrity and quality
5) sampling for sensory and analytical controls.
I do thank you my quality control not keep me constantly on the right side!
deep frozen- natural 100% from fresh to frozen in less than one hour
Pectin concentration, molecular weighting degree of esterification: influence on volatile composition and sensory Characteristic of strawberries jam.
Journal of food Science 1621.
Level of esterification in HMP (high methoxylated pectins) affects jellying formation. Optimal strength of gel correspond to level 57 -58 % .
Hydrocolloids non only modifies viscosity but often reduces intensity of flavor, odor test . Effects depends on kind of hydrocolloids used
Key word: DE= degree of esterification and molecular weight (of pectin).
Adding 0,05% of pectin affects headspace of jam: some volatile compound decreases.
Methyl 3 pantanol |
|
2-pentanone |
Fruity banana |
Pentanal |
Slightly fruity herbaceous nut like. |
2 pentanol |
fruity |
3 hydroxy 2 butane |
Butter |
Ethyl propanoato |
Fruity babana apple |
Methyl butanoate |
fruity |
2 hexanone |
Fruity sweet |
3 ethoxypropanal |
Butter |
Butyric acid |
Cheese |
Hexanal |
Freshly cut grass |
Ethyl butanoato |
Apricot |
2 hexanol |
Butter |
Furfural |
Pungent caramel |
Butyl acetato |
Flowery |
1 hexanol |
Winery,fruity, flowery |
2 acetyl furan |
Herbaceous , balsamic sweet |
Furan |
Spicy smoky |
Octanal |
Potato |
Nerolidal |
Peanut |
Geraniol |
Flowery |
Decana |
Cooked |
Heptanoic acid |
Unpleasent , sweet and sour |
Benzaldeide |
Butter almond |
Decanoic acid |
Unpleasant |
compound volatile found in jams and their odor evaluation.
Experiments show that adding a thickening agent affect on sensory of jam: there a decrease of typical flavors. The higher the DE (degree of esterification the higher the loss of flavor).
condivido i contenuti. ella srl è presente nel settore KOsher, con carciofi fragole e molti altri vegetali.
INFORMATIVA scritta da Claudio Ruffini, CEO Operaitalia. srl
IL MERCATO KOSHER
Nel corso degli ultimi venticinque anni, la domanda di prodotti dotati di una certifcazione Kosher è aumentata notevolmente.
Più precisamente il mercato Kosher è cresciuto ad un tasso annuo del 15% negli ultimi anni.
I Consumatori Kosher
Milioni di persone in tutto il mondo limitano il proprio consumo di cibo e rivolgono il loro sguardo al simbolo Kosher per assicurarsi che le loro preferenze vengano soddisfatte. Secondo alcune ricerche di mercato, l’attrazione nei confronti del cibo Kosher va ben oltre l’interesse di uno specifico gruppo etnico. I consumatori di cibo Kosher comprendono ebrei, musulmani, membri di altre confessioni religiose, vegetariani, persone con intolleranza al lattosio e tutti coloro che comprendono che
“Kosher è meglio”.
Il Mercato Ebraico
consumatori ebraici costituiscono quasi il 45% del mercato Kosher. La Comunicazione Integrata d’Impresa rivela che circa 25 milioni di ebrei consumano prodotti alimentari Kosher.
La Comunità Islamica
Milioni di musulmani in tutto il mondo seguono una dieta simile al codice Kosher. I prodotti alimentari Kosher Certificati attraggono anche le persone di fede musulmana, dal momento che soddisfano i requisiti richiesti da Halal. Numerose indagini svolte sulla comunità islamica, mostrano l’attenzione che viene riposta da queste persone verso il simbolo Kosher. Da quando i prodotti con certificazione Kosher sono stati introdotti in questa comunità infatti, i musulmani costituiscono attualmente circa il 20% dell’intero mercato Kosher.
Altre Confessioni Religiose
La chiesa cristiana avventista del settimo giorno, così come diverse altre sette del cristianesimo, prevede una dieta con restrizioni simili a quelle dell’ebraismo. La carne di maiale, per esempio, non è assolutamente consentita per gli avventisti. Il simbolo Kosher apposto sui prodotti alimentari, garantisce il rispetto delle loro imposizioni dietetiche, dando il via libera al consumo di tali alimenti.
Per una serie di ragioni, chi decide di seguire una dieta vegetariana, esclude dai propri pasti prodotti come carne, pollame e pesce. Il simbolo di STAR-K, o ilsimbolo di STAR-K accompagnato dall’indicazione “Parve”, garantisce che il prodotto non contenga alcun derivato di questi alimenti, e quindi adatto per la cucina vegetariana.
L’intolleranza al lattosio colpisce milioni di persone. Oltre a ciò, le persone che hanno un’allergia ai latticini, possono rischiare la vita quando consumano anche una minima quantità di ingredienti derivati dal latte. Sotto questo punto di vista, la legge Kosher impone una completa separazione tra carne e latte. Pertanto, i prodotti che contengono latticini devono riportare il simbolo Kosher con la lettera “D”. L’assenza di tale lettera, o l’uso della denominazione “Parve” (una parola di origine ebraica che significa “neutro”), assicura che non vi siano ingredienti caseari all’interno del prodotto. I consumatori intolleranti al lattosio, e quelli con un’allergia al latte, ricercano abitualmente il simbolo Kosher perché garantisce loro che il prodotto in questione non ha subito alcun tipo di contatto con un derivato del latte.
Garanzia di Qualità
l simbolo Kosher apposto su un’etichetta, rappresenta più di un semplice prodotto conforme alle norme religiose. Non viene visto soltanto come un marchio di qualità, ma anche come una garanzia, equivalente al sigillo di approvazione della famosa rivista Good Housekeeping. Anzi, secondo un’indagine condotta dalla Comunicazione Integrata di Impresa nel 2001, i consumatori che credono che Kosher sia sinonimo di superiorità, costituiscono il25% del mercato. Anche i consumatori non interessati dalle regole dietetiche citate precedentemente, ricercano prodotti con il simbolo Kosher come ulteriore riassicurazione durante l’acquisto di generi alimentari.
I tempi in cui i consumatori sceglievano i loro prodotti in base al gusto e all’attrazione visiva, fanno parte ormai del passato. I consumatori di oggi, tendono più ad esaminare il prodotto per gli ingredienti contenuti al suo interno e per le informazioni nutrizionali. Danno una grandissima importanza alla qualità del cibo da loro consumato, analizzando attentamente processi produttivi e ingredienti utilizzati. Il simbolo Kosher, sinonimo di supervisione e cura dei dettagli, garantisce la massima qualità ad un grandissimo numero di consumatori con diverse aspettative.
Queste tendenze hanno assunto un ruolo più importante e un incremento dopo la problematica pandemica del Coronavirus .
Il mercato Kosher offre numerose opportunità per l’industria alimentare.
OPERAITALIA ha l’obiettivo di incoraggiare questo settore ad analizzare in che modo i prodotti con il simbolo Kosher possano entrare a far parte delle vendite e strategie di mercato delle industrie italiane .
Le valenze del Kosher come implemento dell’immagine del FOOD MADE OF ITALY .
Quando nell'agosto del 1978 dopo 137 ore di volo, il pallone aerostatico statunitense Aquila II è atterrato nei pressi di Parigi è stata portata a termine la prima traversata atlantica nella storia della mongolfiera. Il momento più difficile del viaggio si è verificato al largo delle coste irlandesi: per una improvvisa diminuzione della pressione atmosferica, il pallone è sceso vertiginosamente da 20.000 a 4000 piedi sul livello del mare. In questi casi per riprendere quota non c'è altro sistema che gettare fuori bordo la zavorra e non basta! Se non si stanno sorvolando zone abitate è necessario gettare anche tutto ciò che non è indispensabile alla riuscita del viaggio: registratori a nastro brandine per dormire, sedia sdraio, provviste di acqua e cibo in eccesso, tostapane griglie per cuocere gli arrosti, bombole di ossigeno esaurite. L'equipaggiamento va ridotto ai soli elementi che costituiscono l'essenza stessa della navicella appesa alla mongolfiera e che assicurano la sopravvivenza dei suoi passeggeri. Ci sia consentito ricavare da questa storia una regola di comportamento utilissima per affrontare la gestione della comunicazione con tutte le parti interessate ed in particolare i dipartimenti qualità dei nostri clienti. Invero, più che una regola si tratta di un principio. Lo definirò il principio della mongolfiera. Applicando il principio della mongolfiera eliminiamo la zavorra e gli oggetti inutili caricati a bordo, in viaggio verso il miglioramento. Individuiamo l’essenziale, comunichiamolo. divulghiamo contenuti tecnici associati ai prodotti che vendiamo; eliminando la noiosa zavorra di insensatezze, travestita da qualità. Raccontiamo alcune delle zavorre che noi tutti carichiamo sulle spalle.
Puntuale come la morte, la richiesta -urgente- della compilazione dei file di qualificazione fornitore, accampando il coranico rinnovo della conformità agli schemi di certificazione. Con la rassegnazione di un italiano pagatore, si aprono file diversi solo per il logo colorato, in alto a sinistra. Ti folgora un bagliore di autodiagnosi. Ci siamo alzati alle sei per cinque anni ci siamo laureati in tempo, lavorando pure, innamorandoci (per fortuna solo platonicamente) del professore di Chimica Teorica e del principio di inversione orbitalica; oggi si vende in Italia e minimamente altrove. Tuttavia, occorre rispondere alla domanda: avete l’HACCP? Così metti la crocetta NO,per controllo della attenzione del ricevente. File archiviato, nemmeno ti rispondono. E’ una domanda inappropriata per chiunque, includendo le colleghe di ufficio, il giardiniere la collaboratrice domestica (che però lei certi lavori non li fa a tutela delle unghie), il corriere espresso, che fa scivolare i campioni ricevuti sotto il cancello alla velocità di uno slittino su ghiaccio. Quaranta minuti di compilazione, costi energetici (computer, energia elettrica, gas, per riscaldamento, risorse umane impiegate, mancata concentrazione alla vendita ed al processo produttivo) e analogamente o quasi dalla controparte, per una domanda del tutto inutile, che nemmeno viene valutata. E il tempo sottratto alla vera qualità? Quella che fa bene alla annona, ed all’ambiente. Meno è bello.
La richiesta della analisi sul lotto consegnato, (magari da qualche mese), dicono, per esigenze di certificazione. Ma nessuno mai ha esposto il riferimento specifico dello standard volontario esigente.
La richiesta della nutrizionale americana e di dichiarazioni postume alla evasione dell’ordine, perentoria che risuona come un ruvido cappio al collo. O firmi o non ti paghiamo, o firmi o sei squalificata. NON firmo, riprendo la mia merce, non sottoscrivo garanzie di parametri e valori che NON ho analizzato rischiando mendacità.
La richiesta della scheda tecnica di un prodotto fornito 3 anni fa, congelato: quindi cosa è stato usato per rispondere ai clienti finali da tre anni or sono, se la scheda tecnica non viene trovata?
La richiesta delle schede tecniche aggiornate all'anno in corso: è un tema ricorrente, che reitera nello scorrere degli anni, con la giustificazione, falsa, che lo standard lo richiede. Ma se il mio documento è valido ed in corso perchè lo devo aggiornare? peraltro gli standard GFSI non richiedono una rettifica annuale delle schede tecniche. Perchè fare lavoro inutile anziché perdersi nell'approfondimento tecnologico dei prodotti che passano nei nostri magazzini? il comportamento di una fragola Sensation e di una fragola Festival, le evoluzioni dei Brix nella campagna, l'ossidazione delle baratte dei carciofi.
La richiesta della scheda tecnica degli imballi, rigorosamente in inglese (non certo in arabo o altri caratteri non occidentali). Utilizzata - lo si scopre dopo- anche per prodotti venduti dalla concorrenza; alla faccia dell'etica. Questo NON è il mio modo di lavorare, raffazzonando correggendo e camuffando certificati, in barba alle dichiarazioni sostitutive di atto notorio snocciolate in calce a ogni documento apparentemente bonario che viene sottoposto di cui si pretende firma.
Pape Satàn, pape Satàn aleppe!,un nostro importante cliente ha trovato la carica milionaria sui carciofi! Ma alla richiesta di dettagli inerenti la carica, sia essa costituita da: Clostridi, osmofili, lattici eterofermentanti, patogeni… e a che temperatura è stato effettuato il saggio o in che condizioni, in semilavorato o tal quale, prelievo sterile oppure in velocità in cella arrampicati su un bancale….tutto tace. Si spiega, si dettaglia, si forniscono evidenze di bibliografia, con un certo sbigottimento per l'ignoranza della questuante si argomenta didatticamente. tutto tace, chiami, la questuante che prima ti tartassava sparisce- è assente. Alla faccia della collaborazione etica e trasparente tra partner. Ma chi c'è a fare controllo qualità?
Arriva l’etichetta che devi apporre sui prodotti che importi: …ingredienti: carciofo, acido citrico. Ti dico di no, l’acido citrico è un coadiuvante…. Insiste…. Pietà! Pietà ma la responsabilità legale è la mia sicché l’etichetta deve essere corretta, altrimenti cerchi un importatore che mangia le costine con le mani e si pulisce nella tovaglia, guidando una lunghissima macchina di valore. Quello probabilisticamente accetta l’etichetta con acido citrico come ingrediente, firma tutto e ti dice che sei intelligente.
Arriva la richiesta veicolata alla qualità di fornire il nome del produttore straniero, ab origine; mentre tu importi e ti assumi le tue responsabilità. Sia la merce un frutto secco con le complicazioni inerenti micotossine, sia un fungo con le complicazioni dei pesticidi e metalli pesanti o una fragola in purea per pesticidi, virus e molto altro. fai il lavoro, ti esponi con l'ASL la dogana che sbaglia la codifica, forte della tua esperienza della tua partnership con il fornitore che hai supportato anche economicamente rinunciando a tanti confort, vivendo TAPINAMENTE, per pagare i produttori. Poi arriva Mr. Schiscetta e ti dice che lui vuole sapere l'origine. Vai, la strada è aperta, vai quando c'è guerra, il covid, paga, anticipa, prova, odora i miasmi, stai attento ai trabocchetti, scegli tu il partner che non ti ruba i soldi, sfida l'ignoranza della dogana, i delinquenti di settore etc.... vai avanti tu, ma non con il mio culo. Usa il tuo, partendo da solo senza suggerimenti. io ti guardo.
"Elsa, non hai dichiarato che il carciofo non è OGM e privo di trattamento di irradiazione": ti telefonano pure per sollecitarti con il tono di chi sta perdendo tempo per te e ti sta omaggiando di una cortesia concedendoti visibilità. Replichi, comprimendo il timbro vocale, con pacata soavità, che effettivamente è stata messa, nel file, la nota che per un carciofo la domanda esposta- dice la giurisprudenza alimentare- è NON applicabile. A regolamento. Malgrado le pubblicità decettive di alcuni stakeholder di mercato, che possono permettersi le sanzioni dell'AGCM. "Sì sì lo sappiamo ma tu mettilo lo stesso". NO non lo metto lo stesso, dichiarando il falso, tu prendi in mano i coglioni e spiegati con il tuo cliente mostrandoti dotata di cervello e soprattutto padrona della disciplina. IO NON dichiaro il falso.
E poi c’è lei, elegiaca testimonianza del tempo sprecato ottusamente. la fattura di cortesia. o meglio di scortesia. Non ha valore, ma si vede che rassicura e riscalda le menti passive di chi le manda. Invochiamo la semplificazione la sburocratizzazione ma lei, arriva, con una testardaggine kafkiana. Io la trascuro, imploro pietà e chiedo che di essere risparmiata. Inutile Telefoni e spieghi, niente. Ma se è priva di valore, perchè sprecare tempo ed energia per mandarla? ti arriva. ti chiedono il pagamento sulla base della fattura di cortesia: ella srl si rifiuta, paga solamente sulla base di una fattura ricevuta a portale. Talvolta questa arriva differita anche di 10 giorni. alla faccia della coerenza dei tempi e delle sinergie.
La bussola, alla ricerca del tesoro: lavorare bene e sentirmi padrona delle mie scelte.
Ho trovato la mia bussola, a molte miglia dalla costa, protetta dalla mia pesante palandrana.
Evitare le compilazioni di informazioni già contenute nelle specifiche tecniche, negli obiettivi nel codice etico nella politica di qualità ed in tutti i documenti periodicamente aggiornati e forniti alla clientela;
Divulgare le informazioni scientifiche e di tecnologia alimentare applicata- es. comportamento teologico delle puree di frutta usando il blog.
Divulgare le analisi (referti), decise sulla base della analisi dei rischi che lascia arbitrio -purchè giustificato- delle scelte.
Effettuare rilassamento prima di rispondere alle domande di coloro che vivono in un cantuccio Dovstojeskiano, pretendendo di rovesciarti le loro frustrazioni. ( Nel mentre fanno lo scarica barile e intendono acchiapparsi una pezza giustificativa a loro tutela).
Guatare la cliente straniera anglosassone con la superbia di chi è fieramente italiano e possiede la cultura millenaria della tecnologia alimentare. Allorquando ella sentenzia, correggere la pasquinata tecnica, corroborata dai propri geni italici superiori a quelli della perfida Albione. NOn avere paura, di parlare con il verbo della conoscenza. Supremi spiritus aut ab initio aut paulo mox id fuerunt, quod sunt futuri in perpetuas aeternitates.
Amare letteralmente chi insegna: sono disposta anche a farmi fare del male, ma ascoltare alcuni professionisti di esperienza non ha prezzo. E’ come essere innamorate: c’è lui tutto il resto è noia. Si rimane lì a conversare, capisci che stanno beneficiando di alcune info. Ma è lo stesso, è troppo bello vedere come la mente della controparte lavora di contrappunto e malgrado tu conosca alcune info. a lui non note, fornisci informazione perchè tutto quello che vuoi è stare con lui e vedere dove il suo ragionamento ti porta. Tre metri sopra il cielo.
Accettare che in caso di corpi estranei, rinvenuti nei prodotti, senza ma e senza se, la responsabilità è tua, evitando ogni obiezione ridicola. Non è dignitoso. Occorre accettare la sanzione, attesa e corretta. Agire alla fonte, cercando di essere efficace. Occorre ringraziare di essere puniti e che la punizione sia rigida. Solo così si lavora per il miglioramento.
Seguire le tue cape, si al femminile perchè a parte lui, sono tutte al femminile. Loro sono i tuoi fari nel mare notturno in tempesta. sono loro, che malgrado apparente accidia, conoscono il prodotto, ne vedono tanti, anche della concorrenza, hanno fatto riesame grazie alla gestione di molte non conformità e quindi devi seguire loro. Quindi le ascolti e le cerchi. Sai che se dicono qualcosa, siano elle della amministrazione, della logistica, della qualità degli acquisti, o in magazzino, loro non sbagliano MAI. loro sono le tue cape, le tue colleghe differite, si può solo amarle per il servizio che fanno. con deferenza e stima. vanno cercate sempre, evitando i piani alti perchè ad andare troppo vicino al sole ci si brucia, mentre lavorando con le tue cape, si può solo imparare.
Seguire chi ti insegna, anche con defezioni negli approvvigionamenti, perchè there's no other option than to achieve. occorre seguire chi ha esperienza, di prodotto, di mercato, di vendita ed approvvigionamento. Se un cliente non compra da te, una ragione c'è sempre e la ragione è dalla parte del cliente.
La vita lavorativa è un percorso di insidie. Ci sono i colleghi, i superiori le figure scalatrici, i furbi, i pavidi, o meglio i viscidi… , ma l’unico modo che abbiamo per sopravvivere è prendere mettersi in spalla il coraggio e fare un passo dopo l’altro, avendo la forza di spiegare all’interlocutore ignorantissimo, ma potente che vive in ufficio, che cosa è un carciofo, avendo il coraggio di barrare come non applicabile una domanda effettivamente inapplicabile per un carciofo o una fragola. Questa è la qualità.
La qualità è amare il proprio lavoro oltre ogni razionalità e andare avanti, dimenticandosi la proposta di matrimonio, la vita agiata e tante volte la pace di una esistenza serena, senza i viscidi che ti ronzano intorno e vogliono quel poco che hai costruito da sola, piangendo di nascosto senza che nessuno ti sentisse.
E poi…. Andare a piedi al supermercato, comprare oggetti di seconda mano, riciclare tutto, ma proprio tutto*. conseguire SMETA per davvero, crederci, lavorare a un progetto quasi impossibile, vedere rubata la propria idea prima ritenuta ridicola, oggi richiesta. Ed essere già oltre, perchè occorre andare avanti.
Stare lontano dai guai, dai guadagni facili, dai sogni felliniani, indossando le scarpe pesanti del contadino. che ti fanno stare attaccata al terra.
Arrivederci con le novità del listino ELLA srl del 2024. Ella lavora senza senza prestiti bancari o debiti, con i soldi che tapinamente dal 2008 a oggi ha appartato per pagare i fornitori, seguiti istruiti ascoltati, da cui non si è mai fatta offrire un pernottamento in trasferta. Questa sono io- ELLA srl .
Buon proseguimento. Viva l’Italia e noi italiani. Io amo l'Italia e amo il mio lavoro, non c'è cura per questo.
homini a Cui datum id habere quod optat, id esse quod velit. Et si nulla creaturarum sorte contentus in unitatis centrum suae se receperit, unus cum Deo spiritus factus in solitaria Patris caligine qui est super omnia constitutus omnibus antestabit.
Pico della Mirandola.