ELLA credo

Credo nel lavorare bene e con passione
Credo che se i prodotti sono validi e il servizio e' valido, sia giusto ricavare profitto
credo nel metterci la faccia, nel fare errori e ripartire da zero


venerdì 6 maggio 2016

corso analisi sensoriale per esperti pizzaioli Mantova 30 maggio 2016

Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e ospitalità
Venerdì 06 Maggio 2016 | aggiornato alle 12:19 | 42737 articoli in archivio


 




18 Aprile 2016 15:55

Guida all'analisi sensoriale della pizza
Corsi in partenza nel Mantovano

Allenare i sensi, fornire precisi descrittori sensoriali, rendere oggettivi i giudizi: questo l'obiettivo dei corsi organizzati da Ella per pizzaioli, che inizieranno il prossimo 30 maggio a San Fermo di Piubega (Mn)

«Io sono già un esperto da molti anni». Spesso i pizzaioli più capaci, quando partecipano alle gare, o preparano le loro pizze, assaggiano fidandosi della propria esperienza e attribuendo giudizi soggettivi quali “buono, cattivo, delicato, fragrante”. Ma che cosa vuol dire fragrante? Come possiamo spiegare ai nostri clienti il valore aggiunto delle nostre pizze? È in quest'ottica che si inserisce l'iniziativa di Ella, azienda di consulenza nel settore delle trasformazioni alimentari, analisi sensoriale e normativa alimentare.



L'idea è quella di sviluppare un corso inerente l'analisi sensoriale della pizza, un ambito troppo spesso trascurato, che vada a regolamentare ad esempio la fase finale di quelle gare tra pizzaioli durante le quali troppo spesso si lamenta poca “precisione in sede di giudizio”. Osservando la situazione attuale, tutto è chiaro: un pizzaiolo gareggiante, con le mani frizzanti di tensione, presenta la pizza ai giudici.

Qui c’è tutto l’azzardo di una roulette russa, (senza feriti ben si intende): nella maggior parte dei casi i giudici non hanno mai lavorato insieme prima. Ciascuno ha il proprio metodo di analisi. Possono far parte dello stesso panel: il ristoratore, il pizzaiolo consulente che fa dell’assaggio un pranzo abbondante, l’esperta che non ingoia nemmeno una briciola, il giornalista incuriosito e l’imprenditrice di qualche locale del Far West.

L'obiettivo del corso è quello di evitare proprio queste situazioni: gare gastronomiche con giudici improvvisati. Il modo per porre rimedio è quello di fare cultura anche con i pizzaioli: diffondere e far applicare criteri oggettivi nell'analisi sensoriale di una buona pizza, selezionare quindi descrittori coerenti per commentare l'assaggio grazie all'aiuto di master pizzaioli, tutto questo durante tre mesi di allenamento presso il laboratorio dell'azienda Sanfelici.


Entrando nello specifico, il corso organizzato da Ella prevede lezioni pratiche allo scopo di fornire al partecipante gli strumenti per usare i sensi. Vista, udito, olfatto, gusto e tatto verranno stimolati per essere allenati. Grazie all'esperienza di Eros Tugnoli, docente di comunicazione commerciale, verrà sviluppato un vero e proprio dizionario di “descrittori sensoriali”, per meglio comunicare il valore di un impasto o di un abbinamento “gourmet”.

Dopo il corso, non si deve più smettere di assaggiare. E nemmeno si potrà fare a meno di spiegare, così da risultare più accattivanti anche per il cliente più accidioso. L'apprezzamento sarà l'unica conseguenza a spiegazioni date con consapevolezza. Il corso di analisi sensoriale applicata alla comunicazione della qualità della pizza partirà il 30 maggio 2016 presso il laboratorio di Sanfelici a San Fermo di Piubega (Mn), in via Tadesa 2A dalle 9.30 alle 17.30.

Per informazioni: www.whyjustfood.com - ella@whyjustfood.com

domenica 1 maggio 2016

Estasi sensoriale in occasione di un concorso di pizza - la pizza sfida l'arte culinaria

Pontoglio 7-8 settembre 2015, a casa di Prati Verdi (by Roberto Minelli) 

L’evento gastronomico di un concorso di pizze ha palesemente dimostrato come il livello di preparazione dei pizzaioli gareggianti migliori progressivamente, accorciando le distanze con la gastronomia piu’ gourmet. La spontaneità' di un presentazione con un po' di rucola verde scarmigliata sulla rotondità' della pizza e' lasciata alla spontaneita' di un 
novizio. Ma e' una sola. L'anchorman elenca titoli di pizza più' lunghi del titolo del film della Wertmuller, fa eccezione "Gnooom", la pizza di una maestra pizzaiola, dal taglio di capelli sbarazzino e che muove le dita con esperta velocità'. Ci sono presagi di assaggi difficili. Cappasanta colorata con un soffio leggero di patata viola, in crosta, e da polvere di liquirizia: ardito! Gran gourmet! Tecniche del freddo per non far imbrunire un pesto verdissimo (non ossidato) su un nodino prezioso di mozzarella di bufala. Densità': non serve il Bostwick: e' perfetta per il ruolo che quel pesto deve svolgere su quella bufala. Non c'e' mai banalità' nella presentazione. Pesci laccati: se il dosaggio e' un po' eccessivo, rimane la memoria del gusto. 

 Pizze validate da prove ripetute. Ci sono ricettazioni legate al territorio, come un tarassaco in aceto e formaggio- antiche memorie friulane, oggigiorno inedite. La forza della marinatura del tarassaco fa riflettere sulla evoluzione del nostro palato. Oggigiorno si preferiscono note naturali, assenza di aceto, aglio, cipolla, poco olio.... perché' abbiamo l'aiuto del frigorifero. Un tempo, c'era solo la cantina, e per questo di doveva usare aceto .... sale.... e altri conservanti. Gli assaggi continuano....


Pizza rotonda: mozzarella di bufala, germogli di ravanelli, guaiamole aromatizzato al cumino e germoglio di pisello: che dire? Arte culinaria in versione bidimensionale, per la pizza,  anziché' tridimensionale, per un primo piatto. Pizza vegana, in favore vento vegan: formaggio vegano, crema di peperoni stufati, cuori di carciofo, broccolo romano affumicato passato nella crema di prezzemolo, pere caramellate. ..... Un giovane di origini probabilmente asiatiche presenta una farcitura della pizza tonda a base di gasteropodi ed estratto di agrumi: match accattivante ed estroso per gli italiani. Straordinariamente ben dosato, a differenza delle aspettative dei valutatori. Da notare che la farcitura e' stata progettata in modo tale che per ogni spicchio sia presente tutta la combinazione di gusti e aromi della composizione. Pizze in pala: mediamente pasta ben cotta, rimane nella memoria l'abbinamento aringhe e mirtilli, con pomodoro confit. Pare quasi che le rotondità' del frutto rosso e della goccia di rosso siano state collocate a bilanciare gli avvallamenti dell'impasto, giallo, sfumato, rugoso. Contrasto visivo confermato all'assaggio.

Pizza nera: impasto bianco e nero, risultato di un intaglio, con pochissima guarnizione. Si presta a molte interpretazioni. Bicolore: scenica, gioco di contrasti. Il dolce del Marsala e il terroso del fungo, prima guerreggiano in bocca poi conciliano. 
Il pizzaiolo, pardon me, maestro pizzaiolo e' evoluto: ricettazioni ricercatissime desunte dalla cucina. Ecco che compare nel piatto la dimostrazione che.... volere e' (quasi sempre) potere. Il pizzaiolo che presenta formaggio grana in crosta, pesci laccati, estratti di vegetali stufati, forse e' nato come garzone di bottega, anzi no. Lui era "u' scarparo", (sino a qualche anno fa). 

Oggi "era" il programmatore informatico licenziato, e pure abbandonato dalla moglie perché' fallito, un impiegato depresso, alla soglia dei 50 
anni, alla ricerca di se stesso e di un modo per unire il pranzo con la cena. Oggi si esibisce davanti a una giuria, spiega la sua creazione, con motivazione e competenza tecnica.  




Il significato dell'ardire. 




 Unica nota dolente: la giuria ovviamente, di cui la scrivente ha fatto parte. Tutta scompaginata, i giudici non avevano fatto training prima delle sessioni di assaggio. Un giudice evitava di deglutire, altri deglutivano, con evidente affaticamento dei sensi. Un giudice combinava le valutazioni sensoriali e quelle dell'autocontrollo. Alcuni gareggianti apparivano sconsolati. Di questo parleremo nel prossimo appuntamento. Grazie a tutti i maestri pizzaioli per le emozioni vissute in sede di assaggio.